Nel cuore della città di Como, nella storica via Borgo Vico al numero 33 si trova l’ex Chiesa di Santa Caterina. Costruita nel 1634 su basi della fine del 1200, vive storie alterne: seminario diocesano nel 1740, nel 1800 viene sconsacrata e trasformata in caserma militare, in seguito acquistata da privati diventa cotonificio, magazzino di un droghiere e poi abbandonata.

Il progetto di ristrutturazione affidato all’architetto Paolo Brambilla è, in modo sintetico, fatto di pochi interventi e pochi materiali. Il primo lavoro di pulizia rivela tracce di affreschi antichi. Nell’intento di lasciare le pareti intatte, vengono collocati sotto pavimento gli impianti elettrici, idraulici e di riscaldamento. Sopra, la superficie è austera, fatta di lastre di cemento liscio. La luce viene captata da due nuove fonti: al centro, al posto del portone, una grande vetrata scorrevole, con un telaio invisibile dall’esterno, per portare piú luce all’interno.

In alto, al posto della parte di volta a botte crollata, un soffitto piano in alluminio riflette la luce ambientale. In termini di funzioni, in fondo, una parete/scala porta alla libreria. Il mobile, fatto di pannelli di betulla, è stato concepito come elemento indipendente che conclude visivamente la parte terminale della navata. Nella ristrutturazione, lo sforzo piú grande è stato quello di ridurre al minimo i gesti, lavorando per sottrazione. A lavoro compiuto, nell’ex chiesa rimane un vuoto chiaro, regnato dall’ordine cartesiano, elasticamente adatto ad accogliere gli interventi artistici piú svariati.

La Location è divisa 4 spazi, ognuno con caratteristiche differenti: una stanza con pavimentazione in pietra e pareti bianche che seguono il profilo delle antiche arcate, un ampio locale con pavimento in cemento, affreschi consunti, versatili nicchie ed una cupola molto luminosa; un piccolo soppalco; lo spazio esterno su cui si affaccia la chiesa.